lunedì 19 settembre 2016

Rischio conversione per le obbligazioni subordinate MPS

Cinque miliardi di euro da raccogliere non sono noccioline per nessuno, tanto meno per una banca che in due anni ne ha già bruciati otto e ora vale in Borsa “solo” 700 milioni di euro. E infatti, a poche settimane dall'annuncio, il gruppo sta già facendo marcia indietro e cerca una soluzione alternativa: convertire i bond subordinati in azioni, in modo da ridurre l’importo dell’aumento di capitale. Insomma, la società non riesce a raccogliere nuovi quattrini e allora cerca di non restituire quelli che ha già intascato. Formalmente non è un bail-in, ma ci manca poco…

Ancora non sono note le modalità con cui potrebbe avvenire la conversione; per rassicurare i mercati si parla di una conversione “che non coinvolga i piccoli risparmiatori” e “volontaria”. Sarà davvero così?


L’unico bond subordinato con taglio da 1.000 euro (Mps tasso variabile subordinato upper tier II 2008-2018, Isin IT0004352586) e pertanto teoricamente in mano ai comuni risparmiatori potrebbe essere escluso dalla conversione. Su questo punto, però, non c’è nessuna garanzia, tanto più che è il più “corposo” tra quelli emessi da Mps. Siamo sicuri che rinunci ad “attingere” a una fonte così abbondante?

Ma supponiamo pure che sia così: non significa comunque che i piccoli risparmiatori siano salvi. Tra i bond con taglio minimo da 50.000 euro, ce ne sono diversi quotati su Borsa Italiana o sull’Eurotlx (vedi tabella) e possono essere finiti anche nelle tasche dei piccoli risparmiatori, magari consigliati dal bancario… volontaria … di nome, ma non di fatto La conversione non avverrà “in automatico”, ma i detentori dei bond potranno scegliere se scambiarli con delle azioni o se mantenerli fino a scadenza.

Il fatto che sia formalmente volontaria non significa che i bondisti abbiano vera libertà di scelta: tutto dipenderà dalle condizioni che Mps fisserà per lo scambio. Non è difficile immaginare che Mps cercherà di spingere il più possibile gli obbligazionisti a convertire. Diamo per buona l’ipotesi che il bond con taglio da 1.000 euro venga “graziato” dalla conversione: per ridurre l’aumento di capitale da 5 a 2-3 miliardi Mps dovrebbe convertire in azioni quasi tutto l’importo degli altri prestiti subordinati. O rinunci a riavere i soldi a scadenza, diventando proprietario di una società dalle prospettive più che incerte, o tieni duro mantenendo il bond, e sperando che tra qualche tempo la conversione volontaria non diventi obbligatoria…

Se il complicato meccanismo di salvataggio di Mps s’inceppa, l’alternativa è un bail-in vero e proprio. E il bond con taglio da 1.000 euro, che dalle dichiarazioni di questi giorni appare come il più “garantito”, in questo scenario negativo è in realtà il più a rischio. Non tutti i bond subordinati, infatti, sono uguali: anche al loro interno c’è una sorta di “ordine di priorità” e quelli di tipo upper tier II (come il bond con taglio da 1.000 euro) “pagano” prima dei bond subordinati lower tier II (come i bond subordinati da 50.000 euro di Mps). Stai alla larga da questi bond, e da tutte le azioni e obbligazioni Mps.

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