sabato 4 febbraio 2017

Perché aderire all'aumento di capitale Unicredit 2017

Alcune domande e risposte sul prossimo aumento di capitale di Unicredit. Al momento di andare in pubblicazione i valori delle azioni per l'aumento sono stati resi noti. Non cambiano comunque le valutazioni riportate nell'articolo.

Unicredit ha raggruppato le azioni: che significa? Ho paura che questo penalizzi il mio investimento…
No, il raggruppamento in sé non ha effetti sul tuo capitale: se prima avevi 100 azioni al prezzo di 2,7 euro, 270 euro in tutto, ora ti ritrovi con 10 azioni dal prezzo di 27 euro. Il valore complessivo è ancora 270 euro: non è cambiato.

Quando partirà l’aumento di capitale?
Non c’è ancora una data certa. Finora si era parlato del 13 febbraio, ma pare che l’operazione possa partire già il 6.

Si parla di un prezzo di 12-13 euro per le nuove azioni. Perché acquistare adesso, non è meglio aspettare?
Il prezzo dell’aumento di capitale non è ancora stabilito; in ogni caso, le nuove azioni saranno certamente offerte “a sconto” (NDR: nuove azioni offerte a 8,09 euro, a sconto del 38% rispetto al valore senza diritto d'opzione pari a 13,108. Di conseguenza, il prezzo dei diritti che inizieranno a essere quotati lunedì è stato fissato a 13,05 euro.).  Per beneficiare dello sconto devi, però, essere già azionista: avrai diritto ad acquistare un certo numero di azioni “scontate”, proporzionalmente al numero di azioni che già possiedi. Se non sei azionista, puoi acquistare le azioni “scontate” solo dopo aver acquistato il diritto di opzione dai vecchi azionisti: l’esborso, quindi, è più alto.

Perché il prezzo di mercato non si allinea già adesso a quello delle nuove azioni?
Perché, come ti abbiamo detto al punto precedente, le nuove azioni a sconto sono offerte solo ai vecchi azionisti o a chi sostiene un costo “supplementare” per acquistare il diritto di opzione. In pratica, le vecchie azioni incorporano anche il valore di questo diritto di opzione che sarà staccato al momento della partenza dell’aumento.

Ho comprato Unicredit quando i prezzi erano bassi e oggi guadagno il 30%. Mi conviene vendere e acquistare dopo l’aumento di capitale a un prezzo più basso?
Fai attenzione: posto che tu abbia liquidità per partecipare all’aumento di capitale, vendere prima e riacquistare dopo non ti garantisce un prezzo più basso. Te lo dimostriamo con un esempio teorico, basato per semplicità su cifre arrotondate. Se il prezzo prima dell’aumento di capitale è 30 euro e venisse offerta una azione nuova ogni azione vecchia a 10 euro, il prezzo dopo l’aumento sarebbe di 20 euro. Se hai 10 azioni vecchie a 30 euro e ne acquisti altre 10 a 10 euro, in tutto hai speso 400 euro e hai 20 azioni: in media hai pagato 20 euro per azione, lo stesso prezzo del post-aumento. E per di più, vendendo oggi corri anche il rischio di perderti eventuali rialzi da qui a febbraio.

Come faccio, in pratica, ad aderire all’aumento di capitale?
Per ora non devi fare nulla. Una volta che la società avrà annunciato le date e le condizioni dell’aumento, potrai passare un ordine alla tua banca con le stesse modalità (sportello, internet…) con cui operi normalmente, indicando espressamente che vuoi aderire all’aumento. Le modalità sono le stesse anche nel caso tu decida di non partecipare: dovrai vendere in Borsa i diritti di opzione.

Ma voi cosa consigliate di fare, aderire o no?
Un aumento di capitale di questa portata è una sfida impegnativa, e le incognite da affrontare non mancano. Ciò nonostante, il piano di rilancio del gruppo ci appare aggressivo, ma realistico: per questo, diamo ancora fiducia al titolo. Aderisci.

Ma quanti soldi dovrò sborsare per aderire all’aumento?
Dipenderà dal prezzo di Borsa e dallo sconto applicato sulle nuove azioni. In ogni caso, sarà una cifra consistente: potrebbe arrivare a importi compresi tra il 70% e il 100% del tuo investimento attuale. Per questo ti stiamo suggerendo di non investire troppo oggi, tieni del “fieno in cascina” per partecipare all’aumento di capitale a febbraio.

Sono già azionista di Unicredit, ma al momento non ho liquidità per partecipare all’aumento. Cosa faccio?
Hai due alternative: vendere oggi una parte delle azioni, oppure aspettare che parta l’aumento di capitale e vendere allora una parte dei diritti di opzione per poter esercitare quelli che ti restano. Questa seconda strada è, secondo noi, più rischiosa, perché il prezzo dei diritti di opzione è molto volatile e tende a calare velocemente: meglio vendere ora una fetta delle azioni. Quante azioni vendere? A grandi linee puoi vendere la metà delle azioni che hai in portafoglio: il ricavato dovrebbe essere sufficiente, e lasciarti anche un certo margine, per partecipare all’aumento di capitale con l’altra metà delle azioni.

Sono preoccupato, a me Unicredit sembra in crisi. Vicino a casa mia hanno chiuso 2 filiali… siete sicuri del giudizio? Unicredit prevede di chiudere 800-900 filiali nel prossimo triennio. In sé, tuttavia, non è un segnale d’allarme. Da un lato dipende dalla svolta “tecnologica” nei rapporti con la clientela, tanto che gli sportelli fisici diventano un peso: Barclays ha dovuto pagare 240 milioni di euro, anziché essere pagata, quando ha ceduto a CheBanca! la rete italiana. Dall’altro lato il taglio degli sportelli dipende dalla situazione di mercato: a fronte di tassi in calo, e quindi minori ricavi, tagliano i costi. Non a caso, non sono solo banche in difficoltà a ricorrere al taglio delle filiali, ma anche banche “sane”, per esempio Intesa.

Dicono che Unicredit è sull’orlo del fallimento, è vero?
Secondo noi, no. Le voci circolate da alcune fonti contengono a nostro avviso diverse imprecisioni. Per esempio, ipotizzano un totale fallimento dell’aumento di capitale, ma diverse fondazioni azioniste hanno espresso parere positivo, e c’è un consorzio di banche a garanzia. Inoltre, i dati sui crediti “problematici” citati non tengono conto né del fatto che alcuni sono solo “incagliati”, né del fatto che in buona parte sono già stati svalutati. Con questo non neghiamo che la situazione sia delicata: Unicredit chiuderà il 2016 in rosso, ma da qui a parlare di fallimento ce ne corre. Sempre, naturalmente, che i bilanci non siano falsi: su questo, non si possono avere garanzie.

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