lunedì 20 marzo 2017

Perché vendere i Btp

Perché vendere i BTp? Non è meglio proteggersi con l’Etf short dal rischio di un calo dei prezzi di titoli di Stato italiani? No: è proprio meglio vendere. Primo: stiamo parlando di un problema che non è dietro l’angolo. La debolezza del debito pubblico italiano è strutturale, ma se pure l’edificio scricchiola, sta ancora in piedi, e per un po’ continuerà a farlo, tant’è che non ti facciamo vendere i titoli che hai già e scadono nel 2017.

I problemi potrebbero arrivare poi, per cui se da un lato è meglio non arrivare a ridosso dei problemi per disfarsi dei titoli di Stato a lunga scadenza (sarebbe tardi), da un altro non puoi attuare una strategia di protezione con l’Etf Lyxor Ucits daily double short BTp (30,48 euro) già oggi, perché è concepito come una scommessa giornaliera sul ribasso dei prezzi dei BTp. Lo puoi usare per periodi più lunghi di un singolo giorno se il mercato ha una direzione precisa rivolta al calo dei prezzi (vedi, nel grafico, il periodo tra le due barre verticali), ma non va bene per lunghi periodi di alti e bassi in cui è inefficiente.
Vendere i BTp è la soluzione migliore e non ti mancano le alternative in cui investire. Secondo: parliamo di un Etf a leva due, una leva bassa: se hai 100.000 euro e vuoi proteggerli ne devi investire altri 50.000. Troppo se vuoi gestire efficientemente i tuoi soldi.

“Ma anche io devo vendere i BTp?, i miei BTp”. Sì, anche tu. Sì anche i tuoi. È ancora un buon momento per vendere. Fallo. Non perderti il treno. Tieni solo i BTp che scadono entro quest’anno, le commissioni di vendita non giustificano l’operazione. Negli altri casi sì. In tutti gli altri casi. “Ma l’Italia non è ancora sull’orlo del fallimento…”. Lo so, ma non ti aspetterai mica che ti dica di chiudere la stalla quando i buoi sono già scappati. “Eh, ma io non voglio perdermi i cedoloni che mi arrivano ogni due o tre mesi, ci pago il mutuo!”.

Tranquillo che anche se vendi i BTp, i tuoi cedoloni mica li perdi: sono già belli inscatolati nel prezzo di Borsa dei tuoi titoli che non è 100 come al momento del rimborso, ma 120, 130… semplicemente se vendi li incassi in anticipo. “Ma vendendo a 120 ci pago un mucchio di tasse…”. Guarda che le avresti pagate comunque, un po’ per volta con lo stacco delle cedole. Se vendi adesso, e per caso hai delle perdite, puoi compensare le plusvalenze con le minusvalenze facendo marameo al fisco! Se, invece, le tasse le paghi con le cedole non le puoi compensare con nulla. “Ma tanto se li tengo fino a scadenza poi mi danno 100, li ho comprati quand’erano bassi e a me adesso quei soldi non servono”. Intanto porta a casa e, se quei soldi non ti servono, li reinvesti. Metti a frutto una cifra più grande e i tuoi guadagni aumentano. “Ma se li voglio tenere, quali rischi corro?”. Il rischio più remotamente probabile che vedo è che se vincono quelli che ci vogliono fuori dall’euro, ti ritrovi coi BTp in lirette. E non ci sarà da ridere!

 Da Bruxelles, alla fine, è arrivato l’ultimatum: o l’Italia entro aprile vara la manovra per recuperare 3,4 miliardi oppure contro di noi verrà aperta una procedura d’infrazione per debito eccessivo. Secondo Bruxelles, infatti, l’Italia non avrebbe rispettato l’impegno preso, insieme agli altri Paesi della zona euro nel 2012, di ridurre il rapporto debito/Pil, che invece di scendere continua a salire – quest’anno dovrebbe arrivare al 133,3%. Tutto il contrario della Germania, i cui conti scoppiano di salute. Nel 2016, infatti, il rapporto tra debito e Pil tedesco è sceso sotto il 70%. E così si spiega perché lo spread, cioè quanto paga in più un BTp decennale italiano rispetto al Bund tedesco di pari durata, sia salito settimana scorsa.

L’allargamento dello spread, però, non è dovuto solo al rialzo dei rendimenti dei nostri BTp, ma anche al calo di quelli dei Bund. Come puoi vedere dal grafico, infatti, da inizio gennaio fino ai primi di febbraio di quest’anno erano saliti non solo i tassi dei BTp, ma anche quelli dei Bund. In generale, i rendimenti aumentavano sulle attese di una maggiore inflazione – oltre che di una possibile fine degli acquisti della Bce. Da febbraio, però, i rendimenti dei nostri BTp sono saliti ancora, mentre quelli dei Bund sono scesi: come mai? Semplice, è tornata la tensione e la paura sulla tenuta dell’Italia, ma anche dell’eurozona, e quando la paura sui mercati aumenta, aumentano gli acquisti sui Bund, perché considerati un porto sicuro per gli investimenti. Di conseguenza , non comprare i BTp. Anzi, vendili.

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