lunedì 11 settembre 2017

Il conto corrente estero paga l’Ivafe e va dichiarato

Facendo un viaggio in Spagna quest’estate ho visto, dalla pubblicità di alcune famose ed importanti banche spagnole, che gli interessi corrisposti per l'attivazione del semplice conto corrente o conto deposito, sono molto più alti che in Italia. Essendo un cittadino europeo, volevo sapere se fosse possibile aprire un conto in una banca spagnola e beneficiare degli interessi maggiori sul conto.


La domanda posta dal lettore attiene alla tematica della liberalizzazione dei movimenti di capitale e al controllo da parte dell’amministrazione finanziaria italiana nei confronti dei residenti fiscali italiani che trasferiscono o detengono attività finanziare oltre frontiera.

«Allo stato attuale non esiste alcun vincolo o limitazione da parte di residenti italiani alla detenzione o al trasferimento di capitali all’estero, sia che si tratti di Paesi comunitari che non – spiega Luca Valdameri, esperto dello Studio Pirola Pennuto Zei –. Tuttavia, nel caso di detenzione di investimenti o attività finanziarie all’estero da parte di persone fisiche residenti, la normativa in materia di “monitoraggio fiscale”, introdotta con il DL numero 167/90, prevede un obbligo di indicazione delle stesse nel Quadro RW della dichiarazione dei redditi».

Le attività estere di natura finanziaria sono quelle attività da cui derivano redditi di capitale o redditi diversi di natura finanziaria di fonte estera, come gli interessi da depositi bancari citati dal lettore. Nello stesso Quadro RW il contribuente dovrà altresì determinare l’Ivafe (imposta sulle attività finanziarie detenute all’estero), equivalente all’imposta di bollo dovuta sui prodotti finanziari italiani, con l’aliquota dello 0,20% (dovuta in misura fissa pari a 34,20 euro, rapportati alla quota e al periodo di possesso, per i conti correnti e libretti di risparmio).

L’obbligo di monitoraggio fiscale non sussiste per i depositi e conti correnti bancari esteri il cui valore massimo complessivo raggiunto nel corso del periodo d’imposta non sia superiore a 15mila euro (resta tuttavia fermo l’obbligo di compilazione del quadro RW laddove sia dovuta l’Ivafe, ovvero per i conti di valore superiore a 5mila euro). Gli eventuali interessi corrisposti sul conto spagnolo dovranno in ogni caso essere oggetto di dichiarazione e tassazione (anche) in Italia (quadro RM)), con aliquota del 26%. «Si ricorda inoltre che in aggiunta agli obblighi dichiarativi in capo al contribuente, con l’entrata in vigore della normativa Ocse in materia di scambio automatico delle informazioni (cosiddetta Common Reporting Standard) la banca spagnola, attraverso il fisco spagnolo, segnalerà annualmente all’Agenzia delle Entrate il conto e i redditi detenuti dal residente italiano», conclude Valdameri.

Trovi tutti i dettagli nella guida alla tassazione del conto estero.

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